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venerdì 28 settembre 2007

Droga, la marijuana sul terrazzo non è reato se per uso personale

La sentenza della Cassazione distingue tra la coltivazione in senso tecnico-giuridico, e la coltivazione «domestica» di poche piantine
CAGLIARIColtivare due piantine di marijuana nel terrazzo della propria casa non è reato. Ma solo se si dimostra che la piantagione serve a soddisfare le esigenze personali di consumo di stupefacenti. Il Tribunale di Cagliari questa mattina ha assolto un giovane che era stato denunciato dai Carabinieri lo scorso agosto, perchè, a seguito della perquisizione della sua abitazione, erano state trovate due piante di marijuana. L’imputato, giudicato col rito abbreviato, è stato assolto perchè il fatto non sussiste. Le motivazioni si conosceranno tra trenta giorni ma è probabile che il giudice abbia accolto le argomentazioni del difensore, l’avv. Giovanni Battista Gallus, che ha richiamato una sentenza della Corte di Cassazione, sezione VI, depositata lo scorso maggio, e una, di analogo contenuto, del Gup di Cagliari, dello scorso giugno. La sentenza della Cassazione ha individuato una netta differenza tra la coltivazione in senso tecnico-giuridico, e la coltivazione «domestica» di poche piantine di stupefacente. Equiparando la piantagione casalinga alla detenzione per uso personale.

Vai mac la frittazza di gangia la possiamo fareeeeeeeeeeeeeeee
Se trovo i semi tra un pò faccio gli esperimenti:D

1 commento:

Loud ha detto...

Beh, se la pianta non è indicata nella tabella I del DPR 309/90 e succ. modif. e integr., allora la sua coltivazione non costituisce reato secondo le previsione edittali. Quindi la S.C. non ha fatto che il proprio dovere applicando alla lettera la legge penale con assoluzione dell’imputato.

Art. 26, co. 1, DPR 309/90 aggiornato al 15/3/06:
“Salvo quanto stabilito nel comma 2[autorizzazioni del Ministero, ndr], è vietata nel territorio dello Stato la coltivazione delle piante comprense nella tabella I di cui all’art. 14“.
Andando poi a controllare la tabella I mi pare che la pianta di marijuana non sia menzionata, nemmeno sotto i termini “THCAS” o “canapa” (quest’ultimo è richiamato solo ai fini dei campioni della sostanza stupefacente, non della coltivazione della pianta), salvo che questa pianta non sia presente sotto altri nomi che non conosco.

Quindi l’orientamento giurisprudenziale apparirebbe corretto.

Poi c'è il discorso sulla coltivazione a livelli per così dire "imprenditoriali", ma ovviamente trattasi di livelli alti che fanno presumere l'illiceità della coltivazione a fini di spaccio.

Che poi la legge contenga errori questa è un’altra storia…

Luca