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mercoledì 5 settembre 2007

from USA,repubblica.it and W le mutande..

Dopo Atlanta e Dallas molte città americane hanno deciso la tolleranza zerocontro uno dei simboli dell'hip-hop. Sanzioni da 500 dollari a sei mesi di carcere
Usa, guerra ai jeans a vita bassa"Le mutande deturpano il decoro"
Il progetto di legge contro "l'esposizione pubblica di biancheria" è di un consigliere comunaleInsorgono gli attivisti dei diritti civili: "Una chiara violazione della libertà di espressione"
Usa, guerra ai jeans a vita bassa"Le mutande deturpano il decoro"'

Due ragazzi statunitensi con i baggy-pantsWASHINGTON - Chi indossa jeans a vita bassa e mette in mostra la mutanda, deturpa il decoro della città, al pari di lavavetri o graffitari. E quindi rischia una multa salata o la galera. E' l'offensiva lanciata da molte città Usa, con in testa Atlanta e Dallas, che come nella New York di Rudolph Giuliani, hanno deciso la tolleranza zero. Ma gli attivisti dei diritti civili insorgono: "E' anticostituzionale". I 'baggy pants', i jeans dal cavallo bassissimo calati sotto i fianchi, al punto da mostrare i boxer (per lui), o le mutandine (per lei), hanno cominciato a diventare un simbolo a metà degli anni '90, quando rapper come Snoop Dogg o Tupac Shakur (quest'ultimo ucciso a colpi di pistola a Las Vegas) lanciarono lo stile 'gangsta', ispirandosi in buona parte alle abitudini della popolazione carceraria nera. Da allora hanno avuto un successone negli Usa, e non solo. Ma ora la nuova crociata, rischia ora di spedire proprio in cella chi va in giro vestito da galeotto trasandato. La guerra è cominciata all'inizio dell'estate, quando il sindaco di Delcambre, una piccola località della Lousiana, è riuscito a far passare il giro di vite con una legge che prevede 500 dollari di multa o sei mesi di galera. Subito altre città della Louisiana si sono unite all'iniziativa e l'eco ha attraversato il paese, diventando argomento di discussione anche in grandi metropoli. Dallas ha messo a punto una legge che è al vaglio degli uffici legali locali. Ma è Atlanta ad aver lanciato in questi giorni il segnale più forte. La capitale dell'hip-hop del Sud, una culla del rap dove vivono e lavorano star del calibro di Ludacris, T.I. e gli OutKast, sembra pronta a mandare un messaggio degno della tolleranza zero di Rudy Giuliani a New York: il look trasandato con la biancheria in bella vista contribuisce a impoverire il decoro della città e, in definitiva, alimenta la sensazione di assenza di sicurezza. Più che un problema di offesa al senso del pudore, insomma, è una questione di ordine pubblico.
Il paragone tra i ragazzi con i jeans bassi e i lavavetri di Manhattan combattuti da Giuliani, non è di un bianco conservatore, teorico della linea dura, ma di un attivista nero di 70 anni, il consigliere comunale di Atlanta C.T.Martin, che ha messo a punto il progetto di legge per punire "l'esposizione pubblica di biancheria maschile o femminile". L'iniziativa, ha spiegato Martin, "è mirata ad aiutare i ragazzi a capire: non credo si rendano conto che i 'baggy pants' sono un messaggio che arriva direttamente dalle prigioni, mentre le lunghe T-shirt che vi indossano sopra sono la divisa degli spacciatori di droga. Quando la polizia li ferma, non possono certo lamentarsi di essere presi di mira e discriminati: si discriminano da soli". Ma le iniziative di legge sembrano destinate a scontrarsi con l'opposizione delle organizzazioni per i diritti civili e con i giudici. "Si tratta di proposte assolutamente non costituzionali", ha detto Debbie Seagraves, che dirige in Georgia l'Aclu, la maggiore organizzazione americana per i diritti civili. "Se si sceglie una forma di abbigliamento e la si prende di mira, è contro la nostra Costituzione, è una chiara violazione della libertà di espressione".

1 commento:

Edric Ant ha detto...

Che schifo. Di questo passo torneremo al burqa nel giro di pochi anni. A me fa schifo vedere i mutandoni di un buzzurro o di una grassona per strada (se è una bella ragazza mi sta bene), ma dovremmo essere tutti liberi di vestirci come ci pare!

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